giovedì 18 febbraio 2010

1968/1969: meditazione e fermenti giovanili (1)

All'inizio del 1968 vidi le foto dei Beatles che meditavano in India ,e lessi sui giornali che si trovavano  presso l'ashram himalaiano del Maharishi Mahesh Yogi, che aveva diffuso  una tecnica tradizionale di meditazione  da lui chiamata  "meditazione trascendentale". Secondo il suo insegnamento questa tecnica aumenta l'ordine delle onde cerebrali e conseguentemente la chiarezza mentale ,inducendo una rigenerazione spirituale. Maharishi stesso, nonostante alcune critiche e  fraintendimenti, di fatto non insegnava nessun tipo di teologia né richiedeva l'adesione ad una fede particolare. I Fab vi andarono in un gruppo che comprendeva  tra gli altri Donovan e  Mike Love dei Byrds, diventato insegnante di meditazione a sua volta.
Era una specie di reazione al velleitarismo distruttivo di una parte dei movimenti giovanili dell'epoca, imperniato sulla non-violenza: il Maharishi sosteneva che la meditazione avrebbe cambiato il mondo.
Ma nelle università americane e francesi era nata la contestazione studentesca che voleva cambiare le cose in un altro modo. Il movimento si diffuse presto in Italia e raggiunse  parecchie scuole superiori.
 Nell'anno scolastico 1968/69 capitai in un liceo "caldo", nella classe più "impegnata" della scuola. Le assemblee erano continue e gli insegnanti non potevano spiegare, però poi ci chiedevano lo stesso il programma ed io, che non ero abituata, mi ritrovai ben presto  a sgobbare notti intere per far fronte alle interrogazioni programmate.
 Se non si passava, si perdeva facilmente l'anno, cosa che assolutamente non potevo permettermi. Non fu un anno facile e mi ritrovai ad invidiare i Fab che, vestiti da hippies, (fingevano?) belli tranquilli di meditare.
Ma mi consolai subito col nuovo White album che, uscito quell'inverno, era il loro nuovo regalo. C'erano 4 magnifiche foto  dei Fab che subito, armata di cacciavite, fissai sulle 4 ante dell'armadio in camera mia,  togliendo le stampine "classicheggianti" che non mi piacevano. La reazione in casa fu di sgomento ma le foto rimasero. Quell'anno in camera mia comparvero anche  cuscini e tappeti su cui mi rilassavo facendo yoga e meditazione e ascoltando la musica con gli amici!
Avevo infatti trovato finalmente un gruppo di ragazzi che amavano i Fab e la musica che mi piaceva e suonavano, riuniti nei garage che trovavano disponibili, i loro pezzi e talvolta nei locali quando ne trovavano uno  adatto. Infatti a scuola le assemblee musicali non erano certo ancora permesse! 
I Fab presero posizione, nel loro pezzo "Revolution" nei confronti dei moviment giovanili: "But if you talk about distruction, well you know that you can count me out…" e gli Stones, mesi dopo, in "Beggar's Banquet", in "Street Fighting man": "But what can a poor boy do, but to sing in a rock'n'roll band" dichiarando London town una città "sleepy" dal punto di vista della contestazione.....

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