domenica 14 marzo 2010

1970: La scoperta (tardiva) della Swinging London

…….finchè, nel maggio 1970, ebbi l'incredibile opportunità di andare a Londra: un viaggio organizzato di pochi giorni! Non mi sembrava vero finalmente, avevo la fissazione ormai dell'Inghilterra! I miei amici mi invidiavano, erano pochi quelli che prendevano l'aereo allora, e mi riempirono di richieste: chi voleva un poster, chi un cinturone alto con la fibbia/borchia come quello di John Lennon, chi una copia del Melody Maker, chi una minigonna DOC e chi …il padellone di" Let it be!" in Italia non era ancora uscito, e tutte queste cose non c'erano!
Doveva davvero essere un altro mondo quello!
Il termine "Swinging London" risale al 1966. Il settimanale americano Time citò l'aggettivo usato dal direttore del mensile londinese Encounter, il quale tentava di descrivere ciò che stava accadendo da qualche tempo in città. Una traduzione di" swinging" è : libertà di azione e di movimento, ma anche eccitante, piacevole.
 E questo, certamente, era diventata Londra in quegli anni.


Apparve subito una rivoluzione dei costumi e toccava l'abbigliamento e le abitudini sessuali, la musica e la politica, la mondanità e il linguaggio. La Swinging London introdusse vocaboli come "trendy" (di tendenza) e la dicotomia" cool" (letteralmente, fresco; in realtà moderno, attraente) e "square" (sul vocabolario: quadrato; in effetti retrogrado, chiuso).

Le idee-guida della Swinging London e degli Swinging Sixties erano il divertimento, l'informalità e la gioventù: idee rivoluzionarie, in una società gerarchica come quella inglese. Tutto il periodo si può ricondurre a questi valori (o come dicevano gli adulti, disvalori). Per rendersene conto, basta ricordare i protagonisti della scena: "the scene" era il termine teatrale con cui veniva definito l'insieme delle novità. Mary Quant, una studentessa del Goldsmith's College, creava la minigonna e contribuiva a lanciare modelle che solo pochi anni prima sarebbero state improponibili, come la scheletrica Twiggy, soprannominata in Italia "ramoscello"(dall'inglese"twig =ramo), in un'epoca cha ancora apprezzava molto le maggiorate. Portava la minigonna molto corta, ed occhi truccatissime con grandi ciglia finte…Twiggy mi piaceva molto: essendo sempre stata magra di costituzione, finalmente ero alla moda anche io, in un mondo che aveva voluto allora le donne  bene in carne! Alle ragazze di oggi sembrerà strano, ma negli anni '60 in Italia era obbligatorio NON essere magre!
Il parrucchiere Vidal Sassoon introduceva tagli destinati a durare altrettanto poco (con una costante: i capelli lunghi degli uomini).
 I Beatles, i Rolling Stones e gli Who  diventavano modelli di comportamento, e dettavano legge in fatto di moda. Anche in Italia si cominciavano a vedere camicie strette e sgargianti per i ragazzi, poche erano ancora le ragazze che osavano la minigonna e logicamente grandi erano le liti con gli adulti per potersi vestire in quel modo.
Così, alloggiata in un albergo di Piccadilly, cercai di sfruttare al meglio l'unico pomeriggio libero a disposizione. Londra mi era subito sembrata una città molto civile, con gente educata e garbata, molti gentlemen erano vestiti tradizionalmente, avevano ancora la bombetta (top hat) ed erano molto formali nei modi.

 Ma cosa potevo fare nelle poche ore a disposizione? Troppo lontana era  Abbey Road, e, ormai delusa dalla separazione dei Fab, puntai dritto su Carnaby Street. Mi incamminai da sola, correndo, con la piantina in mano, lungo Regent Street:  svoltai in Beak street, ed alla seconda traversa…..
mi sembrò di entrare in un'altra dimensione! In Carnaby Street c'erano solo giovani, i ragazzi avevano tutti i capelli molto lunghi ed anche abbastanza curati, il famoso cinturone con borchia, medaglioni in quantità sul petto, orecchini e bracciali. Le ragazze ormai la minigonna l'avevano già quasi dimenticata ed erano per lo più in gonna lunghissima che toccava quasi terra, piene di collane molto belle e platform shoes (zatteroni) ai piedi. I negozi, quasi tutti di musica, di oggettistica e moda "giovane" avevano le porte aperte e diffondevano per tutta la strada la musica che piaceva a me. I prezzi erano abbordabili e feci le mie compere! Quanti posters e gadgets! in Italia ce li sognavamo! Dappertutto l'LP" Let it be "suonava in continuazione e ne presi subito uno, che poi riportai, impacchettato per bene in valigia, in Italia: ebbi il mio momento di popolarità tra i miei amici, che venivano tutti a casa mia per ascoltarlo in "anteprima"!Feci parecchie foto con la Polaroid appena acquistata ma, purtroppo, quelle foto che uscivano immediatamente venivano fissate con un liquido che negli anni svanì del tutto…… come l'atmosfera indimenticabile di quel pomeriggio.

In questo periodo in 38, Carnaby St, si tiene una mostra per i 50 anni della Swinging London" (1960/2010)  fino ad aprile, orario 10a.m/6p.m.


Se potete andarci, raccontate!



mercoledì 10 marzo 2010

1968/69: fermenti e raduni giovanili (II)

Alla fine del decennio le inquietudini e le ribellioni di adolescenti e ventenni misero in dubbio l'importanza del benessere materiale, il che cominciò a scavare un profondo dissidio fra la generazione che aveva fatto la guerra e quelle successive. Questa "generation gap" in Italia era profonda e gli adulti, soprannominati "matusa", non capivano i giovani. Questi dovevano battagliare per avere una minima libertà personale che in altri paesi era data per scontata. 
Tra gli altri problemi, mi rendevo conto del fatto che i i 4 Beatles sorridenti e spensierati con la divisa e gli stivaletti a punta, nel giro di 6  anni, non esistevano più. La loro  produzione musicale cambiava, si evolveva in modo innovativo, i Beatles  seguivano (o precorrevano?) le tendenze, erano circondati da numerosissimi gruppi musicali che, in una esplosione collettiva, contemporaneamente venivano alla luce.
 Nel 1969 uscì il film "Easy rider" e divenne subito un cult-movie, con la colonna sonora degli Steppenwolf (Born to be wild), the  Byrds, Jimi Hendrix. Il mito "on the road " affascinava i giovani che, con sacco a pelo e zaino, giravano il mondo compiendo il famoso "Trip" . Meta preferita era, naturalmente, l'India.


Per me fu un  periodo tormentato, delusa  dalla  possibile e chiacchierata   separazione dei Beatles , dopo l'apparizione inquietante al fianco di John di una certa giapponese  ...…beh si diceva in giro che certo si sarebbero presto separati a causa di  problemi di interessi economici ed artistici ormai divergenti, disaccordi, liti.
 Altro che peace & love! Non ci volevo credere ed andai in crisi.
 Perché, di tutti i gruppi, proprio il mio preferito si scioglieva? Intanto i Fab registravano i tanti brani che avrebbero poi fatto parte dei futuri album" Abbey Road" e " Let it be". Durante le registrazioni di" Let it be" si filmò l'omonimo documentario, ma per il disaccordo sui risultati venne trattenuto negli archivi e sarebbe poi uscito  nel 1970, "trattato" dal produttore americano Phil Spector. Rimediarono realizzando in seguito  il brillante ma diseguale "Abbey road", album comunque di livello eccezionale. Il 31 gennaio  li vidi in televisione nel solito filmato di cronaca di qualche minuto, mentre si esibivano nel famoso "rooftop concert", tenuto all'ultimo momento sui tetti della loro casa discografica.
Scandalo dei benpensanti . Pure sui tetti andavano a suonare!


Dopo l'uscita di "Yellow submarine",  a marzo vi furono i due matrimoni:  di John con Yoko , che manifestarono poi per la pace nei vari beds- in , prima ad Amsterdam poi in Canada , che, con grande scalpore, venivano definiti "trovate sconcertanti", poi  il matrimonio di Paul con Linda (normale essere invidiosa, per una fan). 
John praticamente iniziò una carriera da solista con la moglie ( Plastic Ono band, Live peace in Toronto, Two Virgins,) e capivo che il gruppo si stava ormai disgregando. Quello che non accettavo era il fatto che altre bands, come ad esempio gli Stones, avevano mogli e famiglie ma non le facevano  suonare nei loro concerti e soprattutto restavano uniti!
L'estate del 1969, anno cardine nella storia del rock, ci regalò  il celebre raduno di Woodstock a metà agosto dove, tra gli altri, si distinsero Jimi Hendrix, gli Who, i Ten Years After,  ed a fine agosto, quello dell'isola di Wight, il secondo, che attirò circa 150.000 spettatori per la presenza di Bob Dylan e la sua band, a cui parteciparono tutti i Beatles tranne Paul in qualità di spettatori. Intanto anche in Italia si cominciava a  parlare apertamente dell'uso di droghe da parte di questi miti del rock che  venivano sempre più criticati per i loro stili di vita.  Infatti nel '70 sarebbero poi morti non ancora trentenni Jim Morrison, Janis Joplin, Jimi Hendrix......
Quell'epoca dorata stava  dunque finendo, se si pensa ai tristi episodi di violenza al festival degli Stones ad Altamont e con la sanguinosa strage di Bel air, quartiere vip di Los Angeles, dove sembra che gli assassini fossero malamente influenzati dalla locale interpretazione della controcultura.
Nel settembre del '69 uscì finalmente  "Abbey Road " ma uscì anche "Live peace in Toronto", dove John non era più con i Beatles. Come avrebbero poi detto i Fab superstiti nei video dell'Anthology, fu un lento scioglimento negli anni come avviene quando una coppia, una volta felicemente sposata, divorzia.
I Beatles andavano avanti ormai tra dissidi e litigi e si capiva che quello sarebbe stato il loro ultimo album insieme. L'inverno del '69 e la primavera del '70 fui impegnatissima a preparare gli esami per la maturità classica, che allora non era per niente facile, confortata però  dalla colonna sonora di Abbey Road.   
……….. Ma proprio nel maggio 1970……..