giovedì 31 dicembre 2009

L'esplosione del rock: primi anni '60 (II)

Registravo sul registratore a bobina, poi riascoltavo. Gli americani che passavano in Rai a quei tempi erano: Gene Pitney, Paul Anka, Pat Boone, Neil Sedaka, tutti abbastanza melodici ed innocui .Celentano naturalmente spopolava, diffondendo anche il twist ("Peppermint twist", popolarissimo,) anche Peppino di Capri fece la sua parte, con " Let's twist again", che divenne un po' il simbolo di quegli anni. D'estate era bello ascoltare le orchestrine dal vivo, ma potevano ballare solo gli adulti allora, non i ragazzini. Scoprii dopo che molti pezzi erano solo covers ma veramente, non lo seppe nessuno, per anni! Tranne quei pochi fortunati che magari potevano andare in USA o in UK per sentire il vero rock! Molte volte vengo presa dallo sconforto pensando che, negli anni in cui  cominciavano a suonare i Quarrymen, poi   Beatles al Cavern a Liverpool, con i vari gruppi del Mersey beat, noi in Italia eravamo tagliati fuori da questi eventi eccezionali. Si, c'era la musica italiana, ne ho parlato prima ed il panorama non è certo completo, ma a me piaceva QUELLA musica!!!E qui si sentiva poco, molto poco. Censura. Poca apertura mentale. STOP.
Anche Rita Pavone era popolarissima in quegli anni iniziando la moda yè yè della ragazzina scatenata. In breve ebbi anche io il mio giradischi a valigetta e questi (Celentano, Pavone), furono i miei primi dischi a 45 giri. Questi dischi costavano 750 lire e me ne potevo permettere pochi, poi ce li scambiavamo tra amici e magari li registravamo col microfono. Il risultato era orrendo ma ce li ascoltavamo ugualmente!
Ero disordinata e le copertine non corrispondevano quasi mai ai dischi che contenevano. Alcune le persi definitivamente. Alcuni dischi in prestito non li rividi più. Ma.........
Ero attenta alle mode, ho detto, e sulle riviste e sui giornali apparivano i primi capelloni di Oltremanica. Vidi i Beatles, vidi gli Shadows, me li confondevo facilmente anche perchè la loro musica non si trasmetteva da noi.
Rimasi comunque colpita. Volevo scoprire come suonavano. Finchè un bel giorno...

L'esplosione del rock- 1957/1964 (I)

Mentre in USA nasceva il movimento giovanile dei teddy boys, e sorgeva la leggenda di Elvis Presley, the King of rock, nel nostro Bel Paese cresceva l'intolleranza verso queste nuove mode e verso i teddy boys nostrani, descritti come "coloro che portano i jeans, giocano a flipper e ascoltano il juke-box"...in effetti fu censura per Elvis a causa del ciuffo, della sua musica innovatrice, delle movenze imbarazzanti...Elvis the Pelvis non apparve in tv, non si sentì in radio, ma lo si ascoltava nei juke box: ricordo appena "Tutti frutti" e "Are you lonesome tonight?" e forse anche "Jailhouse rock". Anche i suoi tanti film non li ricordo proprio!
Magari mi sarà sfuggito qualcosa....mah!. Le mie amiche, alle scuole elementari,  me lo descrivevano come bellissimo e provocante ma non trovai sue foto sui giornali. In compenso, sulla scia dei cantanti americani, qui scoppiò la moda degli "urlatori". I benpensanti si scandalizzarono, osannando alla vecchia canzone melodica. Nel 1957 ebbe luogo il primo festival del Rock 'n' roll italiano, a Milano, per premiare i più grandi ballerini di rock 'n' roll supportati da ed cantanti ed orchestre che si esibivano alla manifestazione. Partecipò Adriano Celentano con i suoi "Rock boys ", ed i giornali in breve ne parlarono come di un fenomeno;  cantava imitando Elvis  e fu soprannominato  "Il molleggiato". Debuttò con varie covers americane.Ma anche Antonio (in seguito Little Tony) ed Enrico Ciacci emersero, come pure Giorgio Gaber, Joe Sentieri, Ricky Gianco. Tutti  cantautori che poi percorsero, in maniere diverse, carriere di successo. Mina esordì come urlatrice col nome di Baby Gate, ricordo inoltre Betty Curtis, Jenny Luna.Gli urlatori furono poi portati alla popolarità dai films "I ragazzi del Juke  box" (1959) ed "Urlatori alla sbarra" (1964),dove appare un Celentano in gran forma che urla "Impazzivo per tee..." all'ombra del Duomo, o almeno così mi pare! Ma ricordo anche le critiche, le espressioni disgustate, "Uh sembrano dei pazzi....." altri tempi, eh? A me però quella moda piaceva, ed in breve in casa mia apparve un registratore Grundig, sul quale registravo dalla radio questa musica.

martedì 29 dicembre 2009

La scoperta del Rock 'n' roll: back to the 50s (II)

....Ma, come raccontavano gli adulti, col dopoguerra era arrivato in Italia, con gli americani,  il boogie-woogie, derivante dal blues ma caratterizzato dal ritmo più veloce e dal basso ostinato. Si ballava con le orchestrine e celebre fu "In the Mood" di Glen Miller. Non ricordo di averlo ascoltato alla radio, dove imperava la canzone melodica: Nilla Pizzi, Luciano Tajoli, Achille Togliani...Claudio Villa. Il Reuccio della canzone italiana.Lo ricordo sui primi schermi televisivi in bianco e nero, e vantò presto, assieme a Domenico Modugno, il record di vittorie a Sanremo: nel '55 e nel '57. Modugno rimodernò lo stile della canzone napoletana e diede inizio al boom delle vendite discografiche: nel'58 il suo "Nel blu dipinto di blu" fu un vero trionfo e, tradotta in molte lingue, lo rese popolare in America come Mister Volare!! Ma chi rivoluzionò veramente la canzone napoletana  a metà degli anni '50 fu senza dubbio Renato Carosone. Aggiunse jazz  e swing, e fu un trionfo.
Ancora adesso si canta "Tu vuo' fa' l'americano" , ma io ricordo" Torero", "Pigliate 'na Pastiglia,"Caravan Petrol, "concertini-spettacolo che si diffusero presto sia alla radio che in televisione. Era divertente, io poi ero sensibile alla musica ed alle mode,  imparavo subito le canzoni, melodie  e parole, e le cantavo in mie versioni personali!
Ma nel frattempo in America si affermavano Little Richard con "Tutti frutti" e "Good Molly Miss Molly", Jerry Lee Lewis con "Whole Lotta Shakin' going on"e....un giorno capitò a casa mia un disco 78 giri; si ascoltavano nei radioni che facevano anche da mobiletto. Il disco era "Rock around the clock" di Bill Haley and the Comets.
Lo ascoltai, mi misi subito a saltare e ad improvvisare passi di ballo. Il disco uscì nel '56 ed  era la colonna sonora del film" Blackboard Jungle", uscito in Italia come "Il seme della violenza". Non ho mai visto questo film, che allora non era adatto ai bambini. Ma quel disco mi folgorò col suo ritmo. Non ricordo proprio di averlo mai sentito, in Rai. O ricordo male, forse. Ascoltai quel disco  verso il '58. Avevo 7 anni ed avevo trovato la mia dimensione musicale!!



sabato 26 dicembre 2009

La scoperta del rock 'n' roll: back to the 50s (I)

Visto che nella mente la dimensione temporale è relativa, in un attimo eccoci negli anni '50. In Italia, certo. Qui il background era completamente diverso da quello americano o britannico. Il punto di partenza è differente. Anche la mentalità. Questa non vuole  assolutamente essere una completa trattazione storica e di costume, per cui già sono stati compiuti studi e ricerche, ma le semplici impressioni e ricordi di chi, a quell'epoca, attraversava una stagione spensierata di vera infanzia.
In Italia in genere si godeva un'atmosfera gioiosa. La guerra era alle spalle, anche se qualcuno ne parlava ancora. Ma la gente era contenta, allegra, semplice, si accontentava di poco. Si cominciava a trovare lavoro, con tanta speranza, voglia di fare, di vivere. La maggior parte delle persone era tranquilla ed aiutava volentieri il prossimo.
I bambini ubbidivano agli adulti, gli anziani venivano rispettati, si poteva contare gli uni sugli altri. Questo è quello che ricordo di quegli anni, ricordi di bambina. Società ipocrita e perbenista? Il problema non c'era, di certe cose non si parlava, allora. Le strade erano sgombre e le auto poche, l'aria pulita, la primavera profumata, per le strade si sentiva cantare. La gente canticchiava, fischiettava, quando lavorava. Dalle radio arrivava la tradizionale musica italiana, la canzone napoletana, i primi festival di Sanremo. Ma.....

There's a place

"There is a place where I can go, when I feel low, when I feel blue,
and it's my mind, and there's no time, when I'm alone.
...In my mind there's no sorrow....there'll be no sad tomorrow...."


Sempre loro, I FAB 4. Anche qui viene descritto il tempo della mente, dei sogni e dei pensieri, eterno ed infinito, dove trovare rifugio e conforto,
dove non esistono tristi domani.
L'eterno presente della filosofia buddista.
Contributi di John Lennon, seguiti poi da Strawberry Fields, in My life,
Girl, Rain, I'm only sleeping, Tomorrow never knows......

Per non parlare poi dell'interesse alle filosofie orientali,conseguente alla propria scoperta del sitar, contenuta nei testi di George Harrison.
Il punto di vista espresso in Within you without you era tratto dagli insegnamenti dell'induismo: "try to realize it's all within yourself, no one else can make you change..and the time will come when we're all one, and life flows within you and without you".

Tutti conoscono poi il genio musicale Paul McCartney, compositore e polistrumentista, autore di brani indimenticabili:
Michelle, Blackbird, Martha my dear, Let it be, Penny Lane, Lovely Rita...la lista è lunga.
Ringo Starr non era un semplice batterista, ma anche lui compositore dalle originali caratteristiche. Amava il genere country! Di tutto un po'.
Ma come erano profondi e completi questi Fab! Non erano per niente i 4 capelloni che "sarebbero durati qualche stagione". Si, perchè così si diceva nell'Italia degli anni '60....
Invece erano dei veri professionisti, che mi stregarono subito, appena
li vidi suonare, nell'estate del 1965.





giovedì 24 dicembre 2009

Presentazione blog

Il brano di John Lennon inizia da un nostalgico ricordo di gioventù, un vasto terreno boschivo dove andava a giocare, considerandolo un luogo dove poter stare solo e lasciare correre libera la propria immaginazione; presto lo scelse come proprio rifugio preferito.
A causa di queste romantiche associazioni, Strawberry field divenne il simbolo della sua sensazione di essere una persona completamente diversa dalle altre, sviluppando poi altre riflessioni sui vari stati di coscienza.
Campi di fragole o fiori di lavanda... che importa?
Importa il simbolo della libertà di pensiero,che non può necessariamente essere sintonizzato sulla stessa lunghezza d'onda delle altre persone. Importa la libertà di essere svincolati, almeno nell'immaginazione, dalla dimensione spazio-temporale della vita quotidiana. Questo importa, in molte opere d'arte.

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Oggi ho creato il mio blog (with a little help from my friend)