martedì 1 novembre 2011

Impressioni dal film "Living in a material world" di Martin Scorsese


Pensavo che, nel decennale della morte di George Harrison, un film-documentario di 3 ore e mezza mi avrebbe troppo emozionata. Invece il film, voluto da Olivia e Dhani che hanno raccolto e mostrato parecchio materiale inedito, descrive la figura di George a livello professionale e personale, dando rilievo soprattutto al viaggio artistico dal mondo materiale in una ricerca di serenità spirituale interiore, che ha sempre portato avanti seguendo e praticando le filosofie indiane, nonostante le inevitabili lotte interiori.
E' un film certamente dedicato ai fans ed agli estimatori del grande artista George Harrison, che si snoda in filmati d'epoca legati insieme da interviste inedite a Olivia e Dhani Harrison, Paul McCartney, Ringo Starr, Pattie Boyd, George Martin, Eric Clapton, Jeff Lynne, Klaus Voorman, Eric Idle, Tom Petty e Phil Spector.

Il docufilm descrive l'ambiente musicale fino al 1974 circa, poi il suo amore per il cinema, che lo vede anche in veste di produttore, ed infine lo vediamo nella sfera privata, come marito e padre.

Lo vediamo in tutte le fasi della sua vita breve ma intensa: l'infanzia a Liverpool, l'avventura con i Beatles che lo vede emergere a poco a poco nonostante le imponenti personalità artistiche di
Paul e John; belle le foto di Astrid Kircherr nella soffitta di Amburgo; eccolo comporre i suoi brani, modesto e silenzioso. Della sua vita da Beatle non viene raccontato molto, e molti suoi famosi pezzi come "Taxman", "Old brown shoe", "If I needed someone" non vengono citati; viene però mostrata la lite con Paul durante le riprese del film Let it be; ho riconosciuto alcuni brani ed interviste tratte
dall'Anthology, ma anche molte foto e documenti inediti.

Eccolo sposo felice accanto a Pattie Boyd. Avevano due caratteri differenti, e la cosa emerse quando lei venne invitata da Eric Clapton, a casa sua per ascoltare una certa canzone... ed era Layla! Dedicata a lei... il resto lo conosciamo.... ma Eric è sempre rimasto amico di George, ed appare molte volte nelle interviste.

Grande parte del film è poi dedicata al suo amore per il sitar che deve essere difficile da suonare e questo si vede dalla lezione con Ravi Shankar e da altri video inediti. George cercò sempre di meditare seriamente come gli aveva insegnato il Marahishi, e piu tardi Swami Vivekananda; la filosofia indiana lo intrigò talmente che lo vediamo viaggiare varie volte in India. Inoltre produsse il disco degli Hare Krishna che arrivo tra le prime posizioni in classica e che li fece conoscere a livello mondiale.

La morte di John Lennon lo addolorò profondamente perchè questo distacco troppo improvviso dell'anima dal corpo non consentì alla sua anima di andarsene in pace. Let it be me è colonna sonora della sequenza dedicata alla morte di John.

Naturalmente vengono mostrati spezzoni del celebre "Concert for Bangladesh", che gli costò non pochi sforzi, dal punto di vista organizzativo; ma la cosa più interessante è constatare che, nelle classifiche Top 30 del 1971 estere George fu primo, sia tra i 45 giri con "My sweet Lord" e con l' LP "All things must pass", (prodotto da Phil Spector, altro personaggio molto intervistato),
cosa quasi mai avvenuta per nessun altro artista, come pure la vendita di un album triplo. Un grande successo da solista che dunque lo vede emergere come grande artista a pari livello degli altri due ex Beatles e che gli valse in seguito, con "Living in the material world", un Grammy award come "Album dell'anno".
George espose queste sua passione per la filosofia indiana insieme a quella per la meditazione trascendentale davanti ad intervistatori, professionisti di un certo livello, molto scettici in quanto in quegli anni lo si accusava di sfruttare argomenti spirituali e religiosi al servizio di canzonette....

Pensate che Scorsese renderà famoso per i posteri il Red Ronnie che appare pochissimi secondi, di spalle, (ma è lui) in una sua intervista a George.

Nel film trova spazio anche il suo amore per le macchine da corsa e l'amicizia con il grande campione di Formula 1 Jackie Stewart che ne parla come del grande amico che ha saputo trovare le parole giuste per dargli la forza di anadre aventi dopo il terribile incidente, in pista, che lo rese invalido su sedia a rotelle.

Si vedono anche filmati inediti di tutti i tipi: un video di Deep Blue del 71; del supergruppo Travelling Wilburys, del quale George fece parte insieme a insieme a Bob Dylan, Tom Petty (ex Heartbreakers), Roy Orbinson e Jeff Lynne; appare un video inedito seduti mentre suonano attorno ad un tavolo ed alcune splendide riprese del tour del '74.

Parecchi filmati privati lo mostrano nell'immenso parco della villa a Henley on Thames (120 stanze... a proprio material world... di proprietà in precedenza di Mr Crisp al quale dedicherà il brano "Ballad Of Sir Frankie Crisp" e ancora prima collegio religioso di suore dell'ordine di Don Bosco), o in viaggio in India tra il 1974 ed il 1976. Filmati che riguardano la composizione delle canzoni di "All Things Must Pass" e di "Living in the Material World" vengono mostrati per esteso, senz'altro inediti!

Fu anche coinvolto nel divertente film dei Monty Python, come racconta l'intervista con Eric Idle.

George insomma emerge come una persona dalla doppia personalità, spirituale ma anche materiale, certamente... Lo vediamo in veste privata di padre, mentre suona e col figlio Dhani, prima bimbo, poi adulto. Olivia racconta il drammatico episodio dell'aggressione che subirono nella villa nel 1999, periodo in cui era già gravemente malato... Ringo racconta, molto commosso, che lo andò a trovare nella clinica in Svizzera. Della sua morte parlano con le lacrime agli occhi Ringo ed Olivia... George lasciò il suo corpo in pace mettendo in pratica le sue credenze religiose...lasciando a noi la sua musica fantastica... RIP in peace George, anzi no! LIVE FOREVER in our hearts!!!
by Rita Tunes


3 commenti:

Luciano Lambertini ha detto...

Penso che dovrò prenderlo in DVD ,ho visto che ha i sottotitoli in inglese,perchè purtroppo ho forti problemi di udito...Non so se Sky Italia lo possa fare,anche se avevan fatto quello sulla vita di Dylan poco tempo dopo l'uscita..Purtroppo non ho più i canali a pagamento di Sky art Uk dove ho registrato per es: il bellissimo concert for George e tante cose valide..e per BBC4 che fa molta musica,ma non clip,mi sembra troppo nuovo..Ma lo voglio vedere..Fra l'altro quando vado a Londra vado sempre al ristorante degli Hare Krishna essendo vegetariano e simpatizzante delle filosofie orientali..ero in sintonia con George..

lovelyrita ha detto...

Grazie, Luciano, devi vederlo, è emozionante ed uscirà certamente con i sottotitoli...ma in inglese, temp. Anche io sono in sintonia con le idee di George, lo ammiro molto ed amo le filosofie orientali!!!!

Luciano Lambertini ha detto...

Certo,anch'io sono vicino alle idee di George e alle filosofie orientali,solo che ho sorprendentemente fatto un percorso alla rovescia...Da ragazzo pensavo che lo yoga fosse una specie di ginnastica..Non avevo librisull'argomento,ma avevo un'enciclopedia geografica in una dozzina di corposi volumi, "Il milione" che mi piaceva guardare e leggere...A quei tempi certi paesi eran molto più irraggiungibili di adesso..Mi incuriosì il fatto che tante statue di santi nell'area indiana sedessero a gambe incrociate ,come avevo fatto sempre fin da piccolo..Per me fu facile assumere la posizione del loto per cercare di raggiungere la serenità,come diceva il testo.....Solo che si mossero energie inaspettate dentro di me ,fino a raggiungere quello che i meditatori di tutto il mondo cercano ardentemente..solo che non ne sapevo nulla,e dovetti andare a un Remainder's a comprare un libro di Yoga per capire che m'era successo e se ad altri era successo..Bizzarro..ma in questo modo son sicuro di non esser stato influenzato da quanto letto..Ciao..Luciano