giovedì 29 dicembre 2011

USI E COSTUMI NELL'ITALIA DEGLI ANNI '60 - Parte I

PARTE I La morale familiare e scolastica

Riprendo il mio racconto facendo un passo indietro. Chi invidia la nostra generazione, deve considerare il background culturale in cui siamo cresciuti: l'Italia nell'epoca del boom economico era  certamente ottimista, le persone erano in genere buone ed esisteva spirito di solidarietà; ma era anche bacchettona ed ipocrita. Vogliamo spiegare più in dettaglio?

La società era, dopo la guerra, in rapido cambiamento per quanto riguarda l’economia, la morale, il costume, la concezione della famiglia. La Chiesa e la Democrazia Cristiana, molto vicine tra loro, erano le figure istituzionali dominanti. La Dc con i propri parlamentari e la Chiesa con la  sua gerarchia contribuirono a dare al paese una certa connotazione politica ed economica, ma soprattutto sociale e morale.
L' Italia di quegli anni non brillava certo per la sua apertura verso le innovazioni sociali, culturali e di costume. L'idea, propria della Chiesa, della famiglia, veniva  concepita come "cellula della società", istituzione rigida e da dover a tutti i costi preservare dai mutamenti. I nostri genitori, soprannominati poi "matusa", si facevano carico (responsabilmente ma in buona fede per il bene dei figli) di portare avanti questi ideali, insieme alla chiesa e alla scuola.


Per le ragazze la verginità era un valore e bisognava arrivare "intatte" al matrimonio in chiesa; l'abito bianco  infatti lo testimoniava ed era appunto il simbolo della verginità.
Non essendoci il divorzio, in Italia,(introdotto dopo battaglie e polemiche, solo nel '70) il matrimonio era "per tutta la vita" e per lo più era la donna a dover sopportare situazioni familiari pesanti. Il matrimonio era "una pezza che non si scuce più", sospiravano in molti, e questo mi faceva rabbrividire. Non si poteva assolutamente convivere senza sposarsi, la coppia sarebbe stata "concubina" e condannata dalla morale comune. Da sposata poi la donna era particolarmente svantaggiata e soggetta in tutto, anche economicamente, al marito; il lavoro fuori casa era scoraggiato per la donna se non per esigenze economiche della famiglia; se tradiva era passibile di condanna, a querela del marito, e punibile con un anno di reclusione; due anni se portava avanti una relazione da tempo. Il  marito adultero, invece, ne usciva indenne! Perchè solo la donna era punita? Queste norme vennero abolite solo nel 1968/69.
La chiesa disapprovava i rapporti prematrimoniali ed anticoncezionali non ce n'erano; la pillola anticoncezionale venne legalizzata nel 1971 e  poi lo stesso demonizzata.

Sono sempre stata una bambina sveglia, dotata di grande spirito di osservazione, poi da piccola leggevo tranquillamente giornali e riviste dedicate agli adulti. Quello che mi colpiva sempre era.. "l'irreparabile"... "tra i due era successo l'irreparabile ed erano convolati al necessario matrimonio riparatore".... questo leggevo sempre... le attrici, cantanti che avevano relazioni e figli fuori dal matrimonio venivano condannate da tutti! Ma loro non erano donne comuni, potevano forse permetterselo... Basti citare ad esempio la relazione, che fece scandalo all'epoca, tra il campione di ciclismo Fausto Coppi e Giulia Occhini, conosciuta come "la Dama bianca"; questo fatto era avvenuto nella seconda metà degli anni '50, ma se ne parlò molto anche in seguito. Erano entrambi già sposati e furono fortemente avversati dall'opinione pubblica; la donna fu condannata apertamente anche dal Papa, fu denunciata dal marito per adulterio e scontò un mese di carcere, poi fu agli arresti domiciliari.
Ah, che tempi!

La chiesa si dava molto da fare, al catechismo con noi bambini, con prediche e messe obbligatorie sempre in latino la domenica e non solo,minacciando castighi  infernali a chi trasgrediva. I preti portavano sempre la tonaca ed erano  molto autorevoli e severi, come pure le suore, che numerose gestivano scuole, ricoveri ed ospedali.

Le scuole erano severe, i professori pretendevano molto; per essere promossi, occorreva spesso studiare cinque, otto ore al giorno... i brutti voti erano una tragedia ed a casa si era puniti se non si studiava abbastanza. Le paghette non esistevano (come pure le distrazioni tipo playstations...) ed anche i figli delle famiglie, con maggiori disponibilità economiche, avevano in genere poche lire in tasca.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Very interesting. I think to remember something of the kind... uhm ... mumble... mumble...