venerdì 22 gennaio 2010

Anni '60: Beatles e dintorni (1965/66) III

Il film "A hard day's night", uscito in Italia come "Tutti per uno, uno per tutti", era passato in sordina, ma dopo i concerti del '65 l'uscita del secondo film, a colori, "Help", ("Aiuto") attirò nelle sale gruppi numerosi di ragazzine urlanti alle quali riuscii ad unirmi dopo qualche sotterfugio. A quei tempi con lo stesso biglietto si stava al cinema tutto il pomeriggio quindi lascio immaginare lo stravolgimento e l'emozione!
Diceva la stampa dell'epoca: "In definitiva i giovani sfogano così, abbandonandosi alle frenetiche manifestazioni di fanatismo, le loro esuberanze che potrebbero prendere altra via..." Devo dire però che ala maggior parte di quel pubblico esuberante non interessavano davvero le canzoni dei Fab, e pochi furono poi i fans che li seguirono fino allo scioglimento. Forse era anche una moda, sì, per molti.
Ma comunque, in ogni caso, i Fab4 restavano sempre un amore proibito!
La televisione dopo un servizio velocissimo d'informazione di TV7 del dicembre '63 si decise finalmente a mostrarli nelle vesti di entertainers soltanto il 25 marzo del '66 alle 22, sul primo canale.
Ritagliai la notizia e la misi sul mio album!
Si trattava di uno special di 30 minuti presentato da Valeria Ciangottini ,nel quale si vedevano il video di
I feel fine con la bici, We can work it out, Day Tripper, Ticket to ride, e Help!
Ecco i Beatles alla televisione italiana! inoltre erano apparsi solo al telegiornale per un minuto mentre scendevano dagli aerei di tutto il mondo, circondati dai soliti fans urlanti, come fatto di cronaca. STOP.......Ogni tanto, ospiti dello show del sabato sera, qualche gruppo beat italiano ci teneva aggiornati sulle canzoni più di successo. Non sto a raccontare le polemiche sul loro look e sui capelli lunghi....
Ed ecco che, finalmente, nel '66 la radio di stato elargì la trasmissione " Per Voi Giovani",che cominciava a rispecchiare l'atmosfera musicale emergente in USA e UK.
Era praticamente l'unica, espressamente dedicata per la prima volta ai giovani, nella quale si poteva ascoltare la musica internazionale ed italiana meno commerciale, assieme comunque ai successi del momento. Durante la conduzione di Arbore ebbe spazio la musica americana, sia il R&B allora imperante, sia alcuni gruppi allora quasi sconosciuti da noi come i Doors di Jim Morrison.
 Nella successiva conduzione di Giaccio e Luzzatto-Fegiz e poi soprattutto di Massarini ebbe maggiore spazio la musica inglese ed lil genere progressive, con in evidenza i Pink Floyd, i Genesis, i Gentle Giant, gli Yes, ma senza trascurare gli italiani, soprattutto Le Orme e il Banco del Mutuo Soccorso. Come suonava alle orecchie dei ragazzi dell'epoca? Bè ricordo specialmente il periodo che ebbe come sigla "Moby dick" dei Led Zeppelin, e questa musica sembrava del tutto innovativa e stimolante. Un cambiamento profondo nella vita dei teenagers italiani era come sollecitato da questa musica: più libertà personale, la possibilità di frequentare i primi veri ritrovi per ragazzi che non fossero il solito bar con juke-box: allora non si chiamavano ancora discoteche, ma "locali", diversi ed innovativi rispetto al "night club" frequentato dai giovani adulti di allora che potevano permetterselo! Non erano proprio come il Piper di Roma e non offrivano sempre musica dal vivo, ma molti finalmente facevano ballare al ritmo di musica veramente "giovane", come si diceva allora! Inutile dire che alle famiglie italiane( e ai "matusa" dell'epoca, ahaahah!) questi locali non piacevano per niente e poche erano le ragazze a cui veniva permesso, all'inizio, di andarci.
 Carlo Massarini era il conduttore più interessato alla nuova musica inglese, orientando alla radio le scalette musicali verso i propri gusti, eppure, a causa della velocità con cui venivano consumati i miti, e a causa dell'enorme varietà di musica eccezionale che arrivava da USA e UK all'epoca nello stesso periodo,
 poche e secondarie erano le presenze degli album storici di Beatles (solo in seguito un LP, Sgt. Pepper, neanche tra i primi 10, ed assente persino un capolavoro come Abbey Road) e Rolling Stones
(due album e molto in basso: Aftermath e Let It Bleed ), ignorati altri notevoli LP e addirittura assenti i Doors, per non parlare dei Creedence Clearwater Revival, dei Beach Boys o dei Byrds, ritenuti probabilmente troppo "americani" e (ingiustamente) commerciali.
Visto che i Beatles continuavano ad essere poco  diffusi da queste trasmissioni pur innovative per l'Italia, in quegli anni mi dedicai allora al rito irrinunciabile dell'acquisto dei loro dischi ! 
Come sarebbe stato il prossimo, che emozioni avrebbe suscitato? Andavo all'appuntamento sempre molto emozionata, e comprai quasi tutti i 45 giri, poi la maggior parte degli LP per via del prezzo. Presi Help!,poi Rubber Soul e nel '66 Revolver....Però mi interessai anche ai Rolling Stones." Paint it black "mi laciò senza fiato, la tradussi e la imparai subito. Satisfaction ebbe un enorme successo. All'epoca volevano far credere che gli Stones fossero ragazzacci poco raccomandabili mentre i Beatles erano educati e pulitini: ma era una delle ipocrisie tipiche degli anni 60, visto che già ad Amburgo i Fab si erano dimostrati piuttosto ...irrequieti!Ma allora si diceva che ad una madre sarebbe piaciuto più che la propria figlia uscisse con un Beatle, piuttosto che con un tipaccio dei Rolling Stones! Erano forse le divise che indossavano a farli credere così ingenui? Quelle divise, così attillate e stylish, gli stivaletti ed i caschetti, avevano comunque stregato il pubblico femminile. Molto astuto il loro manager, Brian Epstein! All'epoca la moda maschile era grigia ed i vestiti informi e tristi. Ma quando i Fab si tolsero le divise, ecco che arrivò il bello! Li guardavo crescere come persone ed intanto io crescevo con loro. Dalle fotografie apparivano ormai artisti maturi e con Revolver si ebbe poi la svolta.
A volte non capivo i testi ed i nuovi esperimenti musicali. Devo dire che questa passione mi isolò abbastanza dagli amici che ascoltavano altra musica e mi facevano anche annoiare alle famose feste "anni 60" dove sul giradischi impazzava di tutto tranne che il pop inglese...ma qualche disco decente riuscivo talvolta a farlo ascoltare!
I ragazzi? A me piacevano quelli come i Fab, di una decina di anni più vecchi e possibilmente musicisti !

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